lunedì 14 ottobre 2013

Il teorema Tinelli: come creare una psicosetta – 9


Uno studio scientifico decennale - 1ª parte

"la Dottoressa Lorita Tinelli, che ha raccolto negli ultimi dieci anni una serie di testimonianze e documenti, elaborando un folto dossier" (comunicato stampa CeSAP - 2006)

"Tale risultato è stato dovuto ad un attento e particolareggiato studio realizzato dalla Dr.ssa Lorita Tinelli nel corso degli ultimi 12 anni" (comunicato stampa CeSAP - 2007)
Nel 2006 la dr.ssa Lorita Tinelli nobilitava il suo presunto studio di Arkeon attribuendogli una durata decennale (un decennio che l'anno seguente saliva a "12 anni"). Ma se sfogliamo il "folto dossier" su cui si basa il suo studio, appare evidente che quasi tutte le testimonianze raccolte (molte delle quali non sono neppure testimonianze [1]), la Tinelli le ha ricevute proprio in quello stesso 2006, dopo la trasmissione di M. Costanzo "Tutte le mattine". Il pretesto usato dalla Tinelli per estendere a un decennio questo suo studio che lei definisce "scientifico" sono appena 3 segnalazioni che meritano di essere esaminare.

La prima è di A. A. La sua è una storia che ricorda quella di Aldo Verdecchia ("La setta che adescò un neonato") o quella di Gabriella Monaco ("Gabriella Monaco e la psicosetta"). Ecco come la Tinelli descrive questo ennesimo "stupro della mente" [2] perpetrato da un perfido caposetta:
il A., la cui moglie, dopo aver partecipato ad alcuni seminari di Reiki tenuti dal Sig. Moccia, aveva improvvisamente mutato il proprio carattere sino a ritenere di dover interrompere il vincolo matrimoniale, si era rivolto al Dott. Antonello ... (CeSAP, memoria di costituzione procedimento ex art. 700, giugno 2006)
Secondo la mediatrice famigliare Lorita Tinelli, i motivi che hanno indotto la moglie a "interrompere il vincolo matrimoniale", vanno individuati nel potere manipolativo del reiki. La prova starebbe nella scelta stessa della donna di separarsi, una decisione presa dopo un "improvviso mutamento di carattere" [3].

Innanzitutto va rilevato che siamo di fronte a un marchiano errore di ragionamento. Si tratta di una petitio principi, un errore argomentativo che presenta come provato quanto è invece da dimostrare:
"Mia moglie mi ha lasciato perché è stata plagiata."
"Cosa prova che è stata plagiata?"
"Il fatto che mi ha lasciato."
Va poi considerato per questa signora che il reiki fu un'esperienza del tutto marginale (partecipò solo ad "alcuni seminari"), e nell'opinione di chi scrive (che non è un mediatore famigliare) non andrebbe trascurato il fatto che la moglie veniva menata.

Si tenga inoltre presente che siamo nel 1996, quando Arkeon non era ancora neppure stata immaginata e non si comprende quale attinenza possa quindi avere la "psicosetta Arkeon" con questa accusa rivolta al reiki, che è una sorta di pranoterapia, ed è una pratica lecita [4], tanto che viene usata anche in alcuni ospedali pubblici (non solo italiani) per l'effetto placebo. Durante il processo, persino il PM ha evidenziato questo aspetto, dopo che un avvocato della difesa aveva chiesto qual è la finalità del Reiki:
Presidente, posso fare un'osservazione? Ma l'oggetto in questo processo è proprio il metodo Arkeon, cioè il passaggio da Reiki al metodo Arkeon; parlare del Reiki non ha senso, nessuno l'ha messo in discussione. (Udienza del 12-10-2011)
Infine, il sig. A. A. non si era neppure rivolto alla Tinelli o al CeSAP, ma al dott. Maurizio Antonello, all'epoca a capo dell'ARIS Veneto (altezzosamente definito dalla Tinelli "collaboratore della dr.ssa Lorita Tinelli"; si consideri che la Tinelli era una neolaureata e il CeSAP non esisteva neppure). Dopo la scomparsa del dott. Antonello, la Tinelli si appropria di questo caso, ma questo avverrà solo sette anni dopo, nel 2003.

Non stupisce che l'esperta di sette abbia usato questa unica e bislacca testimonianza del sig. A. A. per sostenere nel suo "studio" che in Arkeon "quasi sempre si verificano separazioni di coppie".

La seconda testimonianza che ha consentito alla Tinelli di allungare il suo presunto "studio scientifico" a un decennio è quella della sig.ra F. B che, come nel caso precedente, pure lei si era rivolta al dott. Antonello. Di questa testimone per lo meno si può dire che la Tinelli dovrebbe averla incontrata, ma anche così la situazione non migliora: la signora F. B. vive come una tragedia il fatto che il figlio - più che ventenne - abbia preso contatto con il padre che non aveva mai conosciuto e ne abbia assunto il cognome. Per la sig.ra F. B. questo riavvicinamento del figlio al padre naturale è la dimostrazione dell'avvenuto plagio (consumatosi nel 1994, quando mancavano ancora 6 anni alla nascita di Arkeon) [5]. Come la Monaco, anche F. B. dà lustro con la propria autorevolezza al sodalizio della Tinelli, presentandosi come una "attivista dell'associazione CeSAP", mentre la Tinelli non si fa sfuggire l'opportunità per rilasciare in merito al figlio dell'attivista delle dichiarazioni che risulteranno lesive della propria attendibilità:
  • "in seguito dell'adesione ad Arkeon ha abbandonato la famiglia e gli studi universitari nel 1994." (dossier Tinelli)
  • "affetto da asma bronchiale, ha interrotto le cure previste dalla medicina ufficiale per seguire le tecniche proposte da MOCCIA" (sit Tinelli del 28/2/2006)
Come abbiamo già visto in innumerevoli altre occasioni, anche queste due dichiarazioni rilasciate all'Autorità Giudiziaria dalla "esperta a livello nazionale di fenomeni settari" Lorita Tinelli (sostenitrice di una campagna antipsichiatria di Scientology, vedi L’esperto antitruffa che comprò la Torre Eiffel), si sono rivelate non corrispondenti al vero (che tradotto in italiano significa che sono delle balle) [6].

Infine il terzo caso. Le si presenta nel 2002 e riguarda un padre in via di separazione, il quale teme che le sedute di reiki che la ex moglie somministra al figlio, affetto da patologia conclamata, possano essergli nocive. Riferendosi a questo caso, nel "dossier" inviato al PM Bretone la Tinelli scrive: "Lorita Tinelli ha preparato una relazione tecnica presentata in Tribunale (depositata nel giugno 2006 presso la Digos di Bari)." Sorvoliamo sul fatto che la dr.ssa Tinelli parla di sé in terza persona come un capo indiano nei film western e veniamo alla sostanza: si direbbe che l'esperta di sette abbia finalmente prodotto qualcosa di concreto, una "relazione tecnica" che evidenzia la pericolosità della "psicosetta", ma non è così. Il collegamento tra questa diatriba famigliare e Arkeon è il fatto che la madre ha appreso la pratica del reiki frequentando qualche seminario con un maestro di Arkeon (per poi proseguire la pratica del reiki con una istruttrice estranea all'associazione di Moccia), ma al centro della disputa non sono eventuali abusi di Arkeon - di cui nessuno lamenta alcunché - bensì se l'imposizione delle mani al fine di veicolare l'energia cosmica, come propugnato dal reiki, possa essere una pratica nociva per un bambino che non è in grado di capirne il senso. Il padre incarica quindi la Tinelli di redige una relazione tecnica sulla eventuale nocività del reiki, relazione da presentare in tribunale per la causa di separazione. Di questa relazione è possibile leggere una dettagliata disamina sul blog "Il curioso caso Lorita Tinelli" nel capitolo "Il metodo Mike Bongiorno", dove si apprende che il parere del consulente esperto Lorita Tinelli si concretizza nella formulazione di ben tre diverse ipotesi conclusive:
  1. ipotesi "benevola", ossia il reiki potrebbe fare bene al bambino;
  2. ipotesi "scettica", ossia potrebbe non servire a niente;
  3. ipotesi "preoccupata", potrebbe fargli male.
Tralasciamo la balzana terminologia escogitata dalla Tinelli e i giudizi di merito su una tale perizia, già esaurientemente esposti nel blog citato. Ciò che ci interessa è - ancora una volta - che la Tinelli esibisce come testimonianza anti-Arkeon quello che nella realtà è la preoccupazione di un genitore in merito alla pratica del reiki, che è una medicina naturale legittima e rispetto ad Arkeon è tutt'altro [7].

In merito alla determinazione della dr.ssa Tinelli di attribuire ad ogni costo al fondatore di Arkeon V. C. Moccia, ogni possibile colpa, anche se inesistente, è interessante riportare quanto da lei affermato in atti giudiziari il 3 giugno 2006 in un memoriale per il tribunale di Bari. Dopo aver esposto il fatto che un padre in via di separazione l'aveva contattata, scrive:
Tale la testimonianza del Sig. *** di Firenze, la cui moglie, dopo aver frequentato alcuni seminari di Reiki tenuti dal Sig. Moccia, riteneva di poter curare alcune gravi patologie psicofisiche da cui era affetto il figlio di cinque anni con tecniche reiki imparate proprio dal Sig. Moccia.
In merito al fatto che in Arkeon si pretendesse curare patologie (gravi o meno), come abbiamo visto nel post Il teorema Tinelli: come creare una psicosetta - 3, il collegio giudicante del processo di Bari ha sentenziato che:
non appare neanche ragionevole quindi ritenere che, dopo la nascita di arkeon, alcuni frequentatori si fossero recati ai seminari ed agli intensivi per risolvere problematiche fisiche [motivazione sentenza pagina 721]
La Tinelli ha quindi fatto un'accusa molto grave e altrettanto infondata. O meglio: irragionevole. C'è poi la questione che i seminari fossero "tenuti dal Sig. Moccia [...] con tecniche reiki imparate proprio dal Sig. Moccia". Qui la questione è che – per strano che possa apparire – anche questa volta la dr.ssa Lorita Tinelli afferma una cosa non vera, data che all'epoca la signora in questione abitava a Firenze, mentre Moccia era residente a Bari e i due non si sono mai incontrati. Il marito stesso ha dichiarato alla Digos di Firenze che la signora aveva partecipato a dei seminari tenuti da G. T.

Questi sono i "casi di studio" che nel 2006 sono stati presi a pretesto dall'esperta di sette a livello nazionale (ma sostenitrice di una isterica campagna di Scientology) Lorita Tinelli, per vantare uno "studio decennale" di Arkeon. Il primo non riguarda Arkeon e soprattutto non è uno studio ma molto più banalmente una maldicenza che le è stata riferita. Il secondo non riguarda Arkeon e anche questo non è certo uno "studio" ma la trasformazione in pettegolezzo dell'ossessione di una madre in evidente difficoltà psicologica. Il terzo è un "parere tecnico" la cui rozza superficialità e inconcludenza (non sa neppure dire se è nocivo o meno ma non lo ammette) non consente di definire "studio" e per la terza volta non riguarda Arkeon. Tolti questi 3 casi, da decennale la raccolta di "testimonianze e documenti" su Arkeon si ridimensiona a triennale, quando nel 2003 (o forse 2004) Gabriella Monaco contatta la "studiosa di scienze socio religiose".

Da lì in poi, lo "studio" del caso Arkeon è consistito esclusivamente nella raccolta di qualche testimonianza ostile di cui abbiamo già avuto modo di apprezzare la credibilità (per esempio qui), di cui alcune non erano neppure ostili (vedi qui), o di qualche e-mail inviatale da famigliari allarmati dopo che avevano assistito durante un talk-show alla sua allarmistica performance anti-Arkeon. Anche queste e-mail che esprimevano preoccupazione, con evidente travisamento del contenuto sono state spacciate per "testimonianze" che "hanno raccontato esperienze di truffa e abuso della professione. Inoltre hanno raccontato di aver speso enormi quantità di denaro in questi percorsi".


La qualifica di scientifico
"in base alle storie raccolte e agli studi scientifici effettuati" (Lorita Tinelli)

"ha inoltre fornito la prima documentazione scientifica e testimoniale utile alla DIGOS di Bari per effettuare le indagini" (Lorita Tinelli)
Dopo quella di "decennale", veniamo ora alla qualifica di scientifico che Lorita Tinelli attribuisce al suo "studio" di Arkeon (uno studio inqualificabile, come abbiamo visto qui e qui). È un attributo che la Tinelli rivendica con caparbietà e il metterlo in discussione suscita uno sdegno furente che si esprime in una litania ripetitiva come i plastici di Bruno Vespa:
"definiscono il CeSAP come un'associazione che opera in maniera non scientifica" (denuncia del 5-4-2011)

"sito diffamatorio nel quale si definiva il CeSAP come un'associazione che operava in maniera non scientifica
[...]
il Cesap per l'ennesima volta veniva tacciato di essere una associazione senza alcun fondamento scientifico" (denuncia del 22-12-2012)
L'ostinazione con cui la Tinelli pretende che si riconosca che il suo è uno studio scientifico, ricorda quella del fondatore di Scientology, che di giorno spacciava come scientifica ogni stramberia immaginata di notte. Lei ha deciso che è così e vuole avere ragione. Ma non è pestando i piedi che uno scarabocchio diventa un disegno, o quattro pettegolezzi diventano degli "studi scientifici".

Il metodo scientifico ha le sue regole; dei criteri che vanno rispettati. Per le scienze sociali, quali sono quelle in cui opera la "studiosa di scienze socio religiose" Lorita Tinelli, ci si deve attenere alle definizioni metodologiche della ricerca qualitativa. Una metodologia che non si concretizza in una rozza raccolta di invettive di coniugi abbandonati, ma è strutturata in fasi che si differenziano secondo:
  • l'ambito disciplinare (psicologia, antropologia, sociologia, semiotica);
  • l'approccio (fenomenologico, etnografico, storico o etnometodologico);
  • il metodo (interviste con strutture, osservazione partecipante, focused interviews, problem centred interviews), ecc. [8]
Infine, una volta rispettati questi parametri, perché la ricerca qualitativa risponda ai canoni della scientificità deve prevedere anche una pianificazione delle fonti che si suddividono in: a) primarie (la letteratura interna); b) secondarie (studi precedenti); c) testimonianze di membri attivi e di ex membri. Testimonianze che vanno tutte ascoltate, e di cui va valutato il grado di affidabilità.

Si tratta quindi di un lavoro molto più complesso e strutturato, che non ha niente a che vedere con quello svolto dalla Tinelli (e dai movimenti antisette in genere, gruppi "assolutamente sconosciuti nel dibattito scientifico internazionale, che spesso ruotano attorno alla smania di protagonismo di sedicenti “ricercatori”" [9], i quali si servono unicamente dei racconti di fuoriusciti ostili, al fine di condurre una "campagna rabbiosa" [ibidem]).

Ora che abbiamo un'idea della complessità metodologica di una ricerca scientifica, vediamo su quale materiale era strutturato l'"attento e particolareggiato studio realizzato dalla Dr.ssa Lorita Tinelli nel corso degli ultimi 12 anni". Lo ha illustrato in tribunale la dr.ssa Silvana Radoani, che nel 2004/5 è stata membro del direttivo del CeSAP e legata alla Tinelli da una stretta amicizia:
Dunque, era composto da un primo resoconto della Dottoressa Tinelli su quella che era stata la sua ricerca - diciamo - e le prime notizie che lei aveva tratto ed anche le sue considerazioni soprattutto. In più, c'erano delle testimonianze di varie persone, adesso non mi ricordo, tre o quattro, non saprei dire, per lo più manoscritte, solo una mi pare che fosse dattiloscritta. Poi c'erano delle visure camerali riguardanti il Signor Moccia e le sue attività imprenditoriali, c'erano delle fotocopie di documenti e di assegni versati
Inquadriamo meglio la situazione: siamo nel 2005, la Tinelli è già al nono anno del suo studio decennale, e il materiale di cui dispone è costituito da alcune visure camerali, fotocopie di assegni e tre o quattro testimonianze (di cui abbiamo visto il grado di credibilità e soprattutto la non attinenza). Francamente, anche i critici più accesi della "studiosa di scienze socio religiose" resteranno sorpresi: era impossibile ipotizzare che la documentazione fosse tanto inconsistente e inattendibile (e per di più usata in modo tanto distorto, come nel caso delle delle e-mail viste sopra e delle visure camerali di cui si è parlato qui).

Siamo però di fronte a un problema: si tratta della parola della Tinelli contro quella della sua ex collega che non possiamo considerare maggiormente attendibile. È chiaro che una delle due mente, ma chi delle due? A questo punto ci vengono in soccorso i tre giudici del "processo Arkeon", che nella motivazione della sentenza scrivono:
"La teste [Radoani - ndr], non avendo alcun tipo di ragione per mentire sul punto - le ragioni dei contrasti tra la dott.ssa Tinelli e lei sono emerse come collegate all’attività lavorativa in generale all’interno di due distinte associazioni - ed invece argomentando in sintonia con tutti i dati processuali, ha dichiarato di ..." (pag. 855)
I giudici (probabilmente comunisti) mostrano di non avere alcun dubbio in proposito.

Per cercare di tamponare il discredito risultante da questa deposizione, in tribunale la parte civile Lorita Tinelli fa una contromossa: si legge nella motivazione della sentenza (pag. 28) che "il difensore della dott.ssa Tinelli, per minare l’attendibilità della teste, chiedeva di produrre successivamente un’intervista che asseriva essere stata rilasciata dalla Radoani". Pare però che anche il difensore della dr.ssa Tinelli abbia fatto suo il "metodo Tinelli", perché all'udienza successiva la corte rileva che "Il difensore della parte civile Ce.S.A.P. non effettuava alcuna produzione con riferimento a quanto anticipato all’udienza del 23.1.2012" (pag. 33).

Questa mancata produzione di prove solo annunciate, è un espediente retorico tipico della Tinelli:
  • "Tutti gli articoli pubblicati [...] sono redatti da nostri collaboratori (abbiamo tutta la documentazione per poterlo dimostrare!)" (qui);
  • "sono stata testimone indiretta di suicidi" (qui);
  • "Mi hanno anche diffamata presso i miei contatti professionali e presso l’Ordine degli Psicologi" (qui).
Si tratta di dichiarazioni roboanti che chi segue questo blog conosce già, di cui nei post precedenti abbiamo già visto non essere corrispondenti al vero. Per chi scrive è impossibile non concordare con il blog "Il curioso caso Tinelli", che riconduce il comportamento della "Presidente Nazionale" del CeSAP al gioco simbolico, l'attività immaginifica con cui i bambini fingono una diversa realtà in cui si immedesimano (p.es.: "Facciamo che io ero la principessa e il mio era uno studio scientifico").

Lo "studio" della Tinelli sta alla scienza come Al Bano sta a Freddie Mercuri, o come l'astrologia all'astrofisica. Quello della Tinelli non è che un miscuglio di pettegolezzi e travisamenti (per non dire di peggio), tenuto insieme dal pregiudizio, basato su un puerile "dossier" consistente in qualche testimonianza ostile priva di credibilità [10], con la deliberata esclusione delle testimonianze favorevoli (vedi qui), e pregiudizialmente finalizzato a dimostrare una verità preconcetta.

A questo punto non è più una questione di un uso improprio, anzi spropositato, dell'aggettivo "scientifico": con travisamenti così marchiani è facile dimostrare che il Nazzareno era un odioso delinquente, o che Pietro Pacciani era un simpatico vecchietto che all'osteria allegrava i suoi compagni di merende.

Volendo riportare il discorso su un piano più elevato, andrebbe inoltre rilevato che lo scopo della ricerca scientifica è la condivisione del sapere. Uno studio scientifico non viene fatto per incartarci i lampascioni, ma per essere divulgato. In questo modo ne beneficia la comunità che si arricchisce di nuova conoscenza, e ne beneficia il ricercatore che acquisisce prestigio e autorevolezza. Ma di questo scientifico "studio attento e puntuale" la dr.ssa Lorita Tinelli non ha mai pubblicato nulla, nemmeno sul suo sito, esattamente come altri suoi fantomatici studi1 [11]. E questo benché la Tinelli sostenga che il CeSAP "ha come scopo lo studio e la divulgazione di studi psicologici".

Comunque, benché non sia stato pubblicato, questo "studio" su Arkeon ho potuto leggerlo perché inserito nel fascicolo processuale, e mi sento di poter rassicurare tutti: l'umanità saprà riprendersi da questa perdita.

(continua)

Note:

1) Come abbiamo sinteticamente visto nei post Processo Arkeon: i testimoni della Tinelli cap. 4 e cap. 5, la Tinelli definisce testimonianze che "raccontato esperienze di truffa e abuso della professione" delle semplici richieste di chiarimenti, banali pettegolezzi e perfino delle esperienze positive.

2) "Il plagio/manipolazione mentale che viene quotidianamente perpetrato ai danni di inconsapevoli vittime costituisce stupro della mente" (Lettera inviata dal "Forum anti-sette" al sen. Schifani il 14/7/2009)

3) Il poco credibile mutamento improvviso di personalità, appare come un'evidente esagerazione di chi interpreta secondo un'idea preconcetta i dissapori sempre presenti in una coppia in via di dissoluzione, ed è spesso invocato da chi ne attribuisce l'origine a un guru plagiatore: oltre al sig. A. A., anche Gabriella Monaco parla di "uno sdoppiamento di personalità da un giorno all’altro" del proprio marito. Uno sdoppiamento di personalità che durante il pocesso è completamente svanito.

4) "Ragionando per linee generali non sembra innanzitutto inquadrabile in un giudizio di illiceità l'intervento offerto senza opera di costrizione o di circonvenzione da chi, pur dietro compenso e un compenso comunque proporzionato, ritenga dopo sperimentazioni o sia ritenuto avere, doti di "guaritore" [...] Tecniche quali la pranoterapia o il Reiki di origine giapponese sono del resto largamente diffuse e, pur essendo prive di convalidazione quantomeno in base ai protocolli della scienza ufficiale, non si può escludere che esse apportino benefici quantomeno sul piano soggettivo siano esse intese come attivazione di sistemi energetici ancora non del tutto conosciuti o come stimolatrici di endorfine e quindi di migliori risposte biochimiche ed immunitarie." (Ordinanza del GIP di Milano del 10/01/2007)

5) Su richiesta del figlio, la signora F. B. partecipa a un seminario di reiki, dove capisce che il figlio è stato plagiato perché: "In quell'occasione MOCCIA invitò mio figlio a sedersi al suo fianco e poi lo invitò a mettersi in ginocchio al mio cospetto e dirmi che mi voleva bene." (s.i.t. Questura di Bari, 07/03/2006)

6) In merito all'abbandono della famiglia avvenuto nel 1994 "in seguito dell'adesione ad Arkeon", ricordo che Arkeon nascerà 6 anni dopo, nel 2000. Inoltre, in una lettera a M. Costanzo del 27 gennaio 2006 il figlio della "attivista" del CeSAP scrive: "Mia madre non è stata affatto contenta del mio riavvicinamento a mio padre, al punto che ha sollecitato l’intervento di diverse persone al fine di riportarmi a sé. La situazione si è ulteriormente aggravata quando ho scelto di assumere il cognome di mio padre. Allora per mia madre ero di certo entrato in una setta. Mia madre ha contattato la Dott.ssa Tinelli che via e-mail si è proposta a me in quanto mi riteneva un ragazzo sbandato, da ricondurre al gregge... di mia madre, appunto!". Circa l'induzione a sospendere le cure mediche, in un rapporto del 7 agosto 2006, gli stessi inquirenti della Digos scrivono che il figlio della sig. F. B. ha "confermato [...] di soffrire di patologie asmatiche, ma ha smentito, seppur con risposte elusive, di essere stato spinto da alcun maestro di Arkeon ad abbandonare la medicina ufficiale per curare la sua malattia".

7) "In Arkeon la tecnica dei massaggi diventa di contorno e, di pari passo, si abbandona la cura del corpo ed il concetto di “guarigione”, per porre l’attenzione prevalentemente sulle problematiche interiori di ciascun individuo; indicativamente, dal termine “trattamento” per indicare la cura attraverso le mani, si passa a quello di “lavoro” fatto sui sistemi relazionali familiari ed archetipici." (Motivazione sentenza, pag. 154)

8) Si veda in proposito A. Bruschi, Metodologia delle scienze sociali, Bruno Mondadori, 1999.  Professore ordinario di sociologia, Alessandro Bruschi è docente di Metodologia delle scienze sociali, di Metodologia delle Scienze Storico-Sociali e di Logica della ricerca presso la Facoltà di Scienze Politiche di Firenze.

9) M. Aletti, Psicologia della religione e psicosette, in Psicologia della Religione-News, n. 1-2, 2008

10) Dopo aver pubblicato sul sito del CeSAP "riceviamo una media di un centinaio di richieste di aiuto al giorno", tanto che per le vittime di Arkeon è stata "per questo motivo aperta una casella specifica [...] Scrivete quindi all’indirizzo segnalaciarkeon@fastwebnet.it", in tribunale la Tinelli ha dichiarato "io ho ricevuto più di un centinaio di storie", ma nel suo "dossier" vi si trovano appena 32 "testimonianze", dieci delle quali - come abbiamo visto qui - non sono nemmeno testimonianze, come p.es. la n° 28: "Ha frequentato un solo seminario il 7 marzo 1999. Amica di P. D. N., dopo il primo seminario ha deciso che il metodo non le piaceva."

11) Si veda per esempio lo "studio multidisciplinare sull’abuso".